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Riflessioni di fine estate

Riflessioni di fine estate

L’estate, si sa, è una bella stagione: finiti gli impegni scolastici i ragazzi si godono la meritata vacanza, mentre i giovani ed i meno giovani approfittano delle belle e lunghe giornate per stare al mare o in montagna e magari farsi un bel viaggio (in giro per l’Italia o in altri luoghi). La sera poi ci si diverte fino a tarda notte, fra feste, sagre, concerti, appuntamenti di ogni tipo e per qualsiasi gusto tanto da avere l’imbarazzo della scelta.Tutto sembra svolgersi in un clima sereno, se non fosse per il caldo che in qualche giorno diventa veramente insopportabile, ma sotto sotto non è tutto così bello come appare.

Durante la mia adolescenza, ricordo che attendevo il periodo estivo con trepidazione, colmo di speranza su quanto poteva accadere: le serate a parlare con gli amici, le tante cantate in mezzo alla campagna, l’emozione di incontrare e conoscere nuove persone, i primi amori, mangiare una pizza o un piatto di spaghetti all’una di notte. A pensarci ora sembrano cose di un’altra epoca eppure il ricordo è ancora vivido nella mia mente che sembra sia avvenuto tutto ieri. Dico questo perché noto nei ragazzi e nei giovani di oggi un atteggiamento sempre poco positivo, una vena di tristezza ed insoddisfazione che pervade ogni loro attività, una sorta di sfiducia generica nel futuro. La società di oggi, sempre in continua evoluzione, ci fornisce ogni giorno strumenti che facilitano la nostra vita, che ci aiutano a trovare soluzioni a tutto impiegando sempre minor fatica.

Da questo punto di vista dovremmo essere tutti più tranquilli ed invece sembra esserci un rapporto inversamente proporzionale fra il miglioramento della tecnologia e la felicità umana. Il cellulare è divenuto ormai un oggetto di cui non possiamo fare a meno, tant’è che a scuola se non c’è segnale i nostri studenti sembrano di colpo non avere più il punto di riferimento per il loro sapere, in quanto ormai la conoscenza non viene più appresa e sedimentata con uno studio meticoloso e progressivo ma è divenuta una sorta di consumo all’occorrenza che per la maggior parte delle volte non rimane impressa nel cervello ma svanisce dopo poco tempo. Unita a questa condizione c’è la continua tendenza di tutti i social media ed anche delle mode temporanee di spingerci ad essere sempre più talentuosi in ogni settore, trasformando qualsiasi attività umana in un grande talent show in cui non si può fallire ma eccellere, stimolando il primato dell’individuo rispetto al vantaggio per l’intera comunità. Lungi da me essere pessimista o catastrofista, anzi per mia natura sono e sarò sempre molto ottimista ma questo contesto ci pone grandi interrogativi a cui sicuramente nessuno da solo può trovare soluzioni facili ed immediate. Ognuno di noi però, può contribuire anche con piccoli gesti a rallentare e placare questa “deriva sociale”. L’argomento è molto vasto ed io non ho le competenze adeguate per approfondirlo ma sono fermamente convinto che la musica e la coralità possono dare un contributo molto positivo per aiutare le giovani generazioni a crescere con valori migliori, a credere nelle loro capacità e nel loro futuro. Dobbiamo far sempre più nostra la frase pronunciata dall’ex ministro all’Istruzione Luigi Berlinguer “Un coro in ogni scuola”. Un progetto da perseguire sensibilizzando le Istituzioni, gli enti locali, l’ufficio scolastico regionale e tutti gli istituti scolastici di ogni ordine e grado. Non possiamo aspettare ancora, dobbiamo agire subito. Come Associazione Regionale Cori Marchigiani abbiamo già un progetto pronto da presentare, abbiamo professionalità distribuite capillarmente in tutto il territorio regionale, dobbiamo solo convincere gli amministratori ed i dirigenti della bontà e delle finalità del nostro progetto che intende valorizzare le giovani generazioni rendendole più rispettose, responsabili, e disposte a mettersi in gioco per migliorare la loro condizione in sinergia con quella della società in cui vivono. Per avviare questa piccola ma significativa rivoluzione scolastica oltre alla sinergia ed il coordinamento di tutte le potenziali forze in campo nel nostro settore, dobbiamo trovare le risorse economiche adeguate che secondo il mio parere si possono trovare all’interno degli organismi sopra citati, redistribuendo le risorse attualmente disponibili, per poi, una volta avviati gradualmente i progetti, avere sostegni anche esterni da fondi comunitari, ministeriali, o regionali. Il processo è lungo e pieno di difficoltà ma penso sia una delle principali strade da percorrere se vogliamo veramente cambiare questa società e ridare dignità ai nostri giovani per vivere una vita più adeguata alle aspettative di ognuno in cui ci siano valori autentici, soddisfazioni , emozioni e quanto di bello può scaturire dalla sincera e leale condivisione con gli altri. Nel Coro non si vince se si arriva prima, ma se si arriva tutti insieme

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