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La Passione di Corteccia (1502 – 1571) rivive attraverso il Sibyllaensemble

La Passione di Corteccia (1502 – 1571) rivive attraverso il Sibyllaensemble

Le donne del Sibyllaensemble di Ascoli Piceno, nel periodo della Settimana Santa a marzo 2024 hanno effettuato tre concerti emotivamente coinvolgenti, rispettivamente a Villa Pigna di Folignano (AP), a Nereto (TE) ed a Roseto (TE), interpretando l’opera composta da Francesco Corteccia nel 1527 PASSIONE DI CHRISTO, originariamente per coro maschile e voce recitante, trascritta per le Sibyllaensemble dal Maestro Carmine Leonzi, Direttore del Coro. E’ affascinante la “modernità” con cui il Corteccia concepisce la rappresentazione della durata di un’ora, della Passione di Gesù, attraverso la narrazione scenica nell’italiano del tempo (volgare), intervallata dalle note delle Turbarum Voces in latino (folla, sacerdoti, soldati) e da Sette meditazioni cantate che interpretano i pensieri del Cristo tradito, sofferente ed abbandonato, evocanti nella nostra mente le immagini pittoriche di grandi artisti, parti del nostro bagaglio culturale e spirituale. Far narrare la storia all’attore e doppiatore Riccardo Mei si è rivelata una scelta giusta, per il suo caldo e profondo timbro vocale, che ha suscitato emozioni non comuni. Òghy-=Le parole del Maestro Leonzi, estratte da un suo saggio “Note alla trascrizione” pubblicato da AscolIncanto nella guida al concerto, esplicano le modalità di approccio all’opera:“Quando ho letto per la prima volta la partitura della “Passione di Cristo Secondo Giovanni” di Francesco Corteccia (Arezzo 1502 4?- Firenze 1571) […] ho avvertito che non si trattava semplicemente di una successione di suadenti melodie e di una perfetta costruzione polifonica, ma che tra l’Incipit e l’Evangelium era racchiusa la Verità storica e spirituale di Dio fatto Uomo. L’opera, per voci virili, è stata rinvenuta, trascritta e ricostruita a cura del musicologo Mario Fabbri (Firenze 1931-1983); la prima edizione (1965), con testo narrativo in italiano moderno, nell’ambito della XXII Settimana Musicale Senese, recava solo tre delle attuali sette meditazioni presenti nell’edizione definitiva del 1970. Oggi mi trovo a dirigere una formazione di sole voci femminili, il Sibyllaensemble di Ascoli Piceno. La mia riflessione allora si è incentrata sulla possibilità di trascrivere l’opera di Corteccia per questo organico, superando l’aspetto puramente timbrico, chiedendomi tuttavia se la trascrizione restasse aderente alla volontà del compositore. Oltre ad una giustificazione tecnica, suggerita dal fatto che nel 1527 i cori erano costituiti di sole voci maschili e che non si riservava la composizione ad un gruppo femminile, ho pensato che una “nuova idea” può produrre una novità artistica. […]L’attenzione quindi si è subito rivolta non tanto agli elementi propri della musica ma alla loro funzione di raccontare e di indurci alla riflessione in maniera partecipativa. Più precisamente ho cercato di attribuire ai suoni un valore semantico. Lo sviluppo delle parti propone, con chiarezza, la funzione semiologica affidata all’andamento melodico, sempre “visibile” all’interno dello sviluppo polifonico. “Visibile” perché offre spazio alla ricostruzione immaginaria dei fatti, dei luoghi, delle situazioni, con la peculiarità di renderci emotivamente “partecipi”, anche se le proposte timbriche arrivano da voci femminili. E in Corteccia questo avviene senza artificio, con la sola affermazione prosodica del testo. Il melos e il ritmo sono insiti nelle parole: sono le parole stesse. “

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